Viaggiare “ad alta quota”: come fare?
- Daniela
- 27 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Ebbene sì, quando ci spingiamo ad esplorare certi luoghi, vicini o lontani che siano, può capitare di dover avere a che fare con il famigerato “mal d’altitudine”. Come affrontarlo? Ecco qualche consiglio "da esperto” ;-)
Con una buona parte della nostra famiglia residente tra la Bolivia e il Cile e grazie ai frequenti viaggi che insieme ai nostri bimbi facciamo in quei Paesi, possiamo dire, con una certa sicurezza, che siamo diventati abbastanza “esperti” su come gestire l’altitudine e i suoi effetti.
Pensate che solo la città dove abita la nonna dei miei bimbi, La Paz (in Bolivia), è situata a 3.600 mt sul livello del mare e il lago Titicaca, una delle nostre mete preferite per un’escursione fuori porta nei dintorni della città si trova a 3.812 mt, aggiudicandosi il titolo di “lago navigabile situato più in alto al mondo” (per saperne di più leggi: Itinerario: La Paz e dintorni)
Quando ci si trova a visitare posti del genere molte volte ci tocca affrontare il fastidioso “mal d’altitudine”. E quindi che si fa? I dubbi e le paure sono tante e alcuni preferiscono addirittura non avventurarsi ad alta quota, specie con bimbi piccoli, ma vi posso assicurare che non è impossibile… ovviamente con qualche accortezza.
Ci tengo, come sempre, a premettere che non siamo medici, quindi quelli che seguiranno sono da considerarsi come pratici consigli dettati dall’esperienza personale che non contemplano pregresse malattie e somministrazione di medicinali. Per consigli medici/pediatrici specifici vi consigliamo di leggere qui: Bambini e montagna: quello che c’è da sapere
Prima di tutto considerate che il “mal d’altitudine” può colpire in ugual modo adulti e bambini e solitamente si manifesta con uno o più dei seguenti sintomi: mal di testa, leggeri giramenti, nausea, vomito, senso di affanno e di stanchezza. C’è chi ne soffre in maniera più lieve e chi invece ne risente in maniera più pesante.
La prima cosa positiva che dovete sapere è che, per esperienza, tali sintomi, se e quando si manifestano, finiscono nel giro di 24 ore circa… il tempo di ambientarsi e acclimatarsi.
Solitamente si suggerisce di RISALIRE “GRADUALMENTE” verso l’alto per consentire al corpo di abituarsi, riducendo il malessere che ne può derivare.
Non sempre però questo è possibile perché tante volte si arriva in aereo e si atterra direttamente a più di 3500 mt di altitudine…come succede a noi quando atterriamo all’aeroporto di La Paz. E allora, in questi casi, la prima regola da rispettare è “MUOVERSI CON MOLTA CALMA”, non correre, non affrettare il passo e respirare piano, senza affanno. Occhio ai bimbi: quando si ha a che fare con loro molto spesso la parola “calma” sparisce dal vocabolario, ma è molto importante, soprattutto nelle prime ore, evitare che corrano e si scatenino per limitare il manifestarsi di sintomi fastidiosi di vomito o affanno.
Nei casi più “gravi”, nei quali magari la sensazione di assenza di ossigeno e di mancanza di respiro, risulti più fastidiosa, si può ricorrere alla somministrazione di ossigeno. A La Paz, per esempio, lo vendono in comode bombolette nei negozi specializzati e nelle farmacie, ma lo troverete poi disponibile in tanti posti pubblici, inclusi gli hotel dove soggiornerete.
Come regola generale poi, a prescindere dalla pesantezza del manifestarsi dei sintomi, si raccomanda, almeno per le prime ore, di MANGIARE LEGGERO E BERE TANTO. Questo vi aiuterà a contrastare il senso di secchezza che proverete e l’eventuale sensazione di vomito.
Se avete programmato un viaggio a tappe, cercate per le prime 24/48 ore di non forzarvi a spostamenti continui e repentini e PRENDETEVI DEL TEMPO PER RIPOSARVI UN PO', farvi qualche passeggiata nei dintorni e riposarvi... il vostro corpo avrà così il tempo di ambientarsi e ripartirete poi più in forma di prima!
Con l’esperienza e con il tempo e grazie ai preziosi consigli di chi abita in quei posti, possiamo dire che l’altitudine ormai con ci spaventa più… e i nostri bimbi hanno viaggiato con noi “ad alta quota” sin dai primi mesi di vita!

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